fbpx

Patologia femoro-rotulea

Domanda:

Ho un dolore nella parte anteriore del ginocchio. Cosa potrebbe essere?

Risposta:

Oggi vogliamo parlare di un dolore che, purtroppo, non di rado le persone avvertono o hanno avvertito in qualche occasione durante la loro vita, magari durante l’esecuzione di movimenti costanti della nostra routine quotidiana, come rialzarsi dopo una prolungata posizione col ginocchio flesso, accovacciarsi, salire/scendere le scale, correre ecc.: il dolore in questione, avvertito nella parte anteriore del ginocchio, può derivare da una patologia denominata femoro-rotulea. In realtà, questa è solo una delle svariate denominazioni esistenti, tra le altre ci sono il ginocchio del corridore, la sindrome femoro-rotulea, la condromalacia della rotula.

Patologia femoro-rotulea

Patologia femoro-rotulea

I sintomi di origine rotulea si manifestano per lo più nel sesso femminile in giovane età (adolescenti) o negli adulti (40-60 anni) e possono includere, oltre al dolore già citato, anche instabilità al ginocchio, associata all’impressione che questo possa cedere e far cadere improvvisamente a terra. In alcuni casi, può avvenire un effettivo blocco del ginocchio, di solito di durata di qualche secondo, con conseguente impossibilità a flettere lo stesso. Ora, a prescindere dal nome e dal target dei pazienti, questo disturbo coinvolge l’articolazione tra femore e rotula ed è caratterizzato da un’iperpressione della patella verso l’esterno o verso l’interno, causando di fatto un disallineamento della rotula rispetto al femore.

Anatomicamente, la rotula ha la forma di un cuneo ed è composta da una faccetta mediale, una laterale e una cresta centrale e funziona meccanicamente come una leva, con il compito di direzionare correttamente la forza esercitata dal muscolo scorrendo all’interno di una sorta di binario/scanalatura, la troclea femorale, scavata nella parte distale del femore. Le superfici ossee scivolano l’una sull’altra grazie alla cartilagine, presente tra femore e rotula, che è la più spessa di tutte le articolazioni, e ciò ci fornisce già un’idea di quanto i carichi siano notevoli in questa parte del corpo, si pensi solo a quante volte durante il giorno camminiamo, corriamo, ci sediamo o flettiamo le ginocchia. Gli esami clinici possono certamente aiutare nell’individuazione del problema e nella sua analisi, quindi oltre a una serie di test che verranno eseguiti dall’ortopedico, è utile anche una risonanza magnetica per verificare lo stato di salute della cartilagine e un esame radiografico eseguito in due proiezioni, in modo da consentire l’esame della posizione della rotula, la sua altezza, forma e la misurazione di determinati angoli.

Il trattamento che può essere adottato dipende dal problema che presenta il paziente, a seconda se si tratti di un paziente con sintomatologia dolorosa ma senza instabilità, oppure che soffra anche di instabilità. Nel primo caso, si raccomanda una terapia medica (antinfiammatori) e fisioterapica, fatta di esercizi con l’obiettivo di potenziare il più possibile alcune fasce muscolari, in particolare il vasto mediale obliquo. Assieme al potenziamento, che deve includere anche i muscoli dell’anca oltre che del ginocchio, è fondamentale non trascurare lo stretching dei muscoli posteriori della coscia (ischio-crurali), e possono fornire un notevole beneficio terapie quali ultrasuoni, laser, tecar ed elettrostimolazione.

Nel secondo caso, in presenza di una netta instabilità rotulea, occorre valutare un intervento chirurgico che sarà tecnicamente diverso a seconda delle necessità del paziente e della anomalie anatomiche da correggere.