Domanda:
Mi è stata diagnosticata l'artrosinovite del ginocchio, come posso trattarla?
Risposta:
Oggi vogliamo trattare un argomento relativo a una problematica diffusa e probabilmente nota a moltissime persone: chiunque si sia trovato infatti di fronte a un ginocchio gonfio (se non il proprio, magari quello di un parente, amico, collega ecc.) potrebbe aver avuto a che fare con la cosiddetta artrosinovite, cioè un’infiammazione acuta/cronica della sinovia, la membrana che riveste l’interno delle nostre articolazioni e che si adatta ai movimenti di queste ultime sia in espansione che in contrazione. La sede che più comunemente è colpita da tale infiammazione è proprio l’articolazione del ginocchio, da qui l’immagine del ginocchio gonfio in cui tanti di noi si sono imbattuti.
All’interno della sinovia è contenuto il liquido sinoviale, di colore chiaro e consistenza viscosa, cha ha lo scopo di lubrificare ed evitare attriti del menisco, del femore e della tibia. In condizioni di infiammazione, il liquido sinoviale aumenta come conseguente alterazione della parete interna della membrana e si ha un rigonfiamento del ginocchio. Oltre a questi sintomi visibili, la persona che soffre di tale infiammazione può spesso notare un versamento al ginocchio e avvertire una notevole sensazione di calore, oltre a dolore e ipersensibilità al tatto o allo sfregamento proprio a seguito della maggiore quantità di liquido sinoviale. Il dolore aumenta notevolmente durante il movimento dell’articolazione, come quando si cammina o ci si accovaccia per raccogliere qualcosa.
Le cause di tale patologia sono molteplici: un trauma diretto, un’infezione batterica (in tal caso il liquido sinoviale sarà sieropurulento), un intervento al ginocchio, una reazione allergica a una data sostanza (farmaco o alimento), patologie infiammatorie reumatiche quali l’artrite reumatoide o malattie del metabolismo (es. gotta).
La diagnosi dell’artrosinovite avviene di solito grazie all’anamnesi dei sintomi del paziente, con lo specialista che esamina calore, rigidità, ispessimento, gonfiore dell’articolazione, magari aggiungendo ove necessario degli esami strumentali quali ecografia o risonanza magnetica per approfondire i segni clinici. In alcuni casi è necessario effettuare un prelievo del liquido sinoviale, attraverso una siringa per eseguire delle analisi di laboratorio. Una volta avuta la diagnosi, occorre iniziare al più presto un trattamento che porti alla riduzione dell’infiammazione.
Nelle fasi iniziali, si raccomanda riposo, con applicazione del ghiaccio e, dietro consulto medico, somministrazione di farmaci analgesici, antinfiammatori e antibiotici, senza escludere nei casi più gravi l’uso di infiltrazioni a base di cortisone. Nelle fasi successive alla riduzione dell’infiammazione, è invece fondamentale una riabilitazione atta a ripristinare una corretta ampiezza di movimento del ginocchio e un recupero della forza muscolare, attraverso esercizi con movimenti attivi e di rinforzo muscolare, di modo che il paziente possa tornare quanto prima a una vita normale. Sarà compito della fisioterapia, in questa fase, stilare un programma adatto alle esigenze del paziente: pur essendo ovviamente ogni caso a sé, si possono citare le terapie più comunemente utilizzate quali i bendaggi elastici, il tutore, il kinesio taping al fine di evitare il più possibile la pressione sull’articolazione infiammata e quindi per proteggere l’articolazione; la tecarterapia utile per il rilassamento della muscolatura che agisce sull’articolazione colpita e per diminuire l’infiammazione, così come la termoterapia e gli ultrasuoni.