Domanda:
Che cosa è la sinovite tendinea? che differenza c'è con la Tenosinovite?
Risposta:
Nell’articolo di oggi si desidera proseguire il discorso sulle tendiniti, andando però più nello specifico e analizzando ciò che potrebbe essere considerato un sottoinsieme di queste infiammazioni, che spesso si presenta in concomitanza di queste e che è noto come tenosinovite (o sinovite tendinea). Con questo termine si intende un processo infiammatorio che riguarda in contemporanea sia il tessuto tendineo che la guaina sinoviale, quella struttura anatomica che lo riveste con lo scopo di ridurre l’attrito da sfregamento/ scorrimento con le strutture vicine. Al livello anatomico avviene questo: mentre la sede di massima infiammazione è rappresentata dal rivestimento sinoviale, la risposta infiammatoria coinvolge anche il tendine incluso nell’area.
A prescindere da ciò, la guaina è utilissima perché protegge i tendini da traumi e ne previene l’incurvamento nei momenti in cui avviene il piegamento dell’articolazione.
Occorre anche specificare, per completezza di informazioni, che le parti del corpo maggiormente colpite da tale patologia sono in genere la mano e il polso (ricordiamo la già trattata sindrome di De Quervain), così come spalla, caviglia e ginocchio.
I sintomi tipici di una persona colpita da tenosinovite sono i medesimi della tendinite: il dolore durante il movimento, che può essere più o meno intenso a seconda dello stato di infiammazione, oltre che una certa dolorabilità alla palpazione e la percezione di alcuni crepitii durante il movimento dell’articolazione, che derivano dall’irregolarità della superficie della guaina sinoviale infiammata; oltre a ciò, potrebbero essere presenti arrossamento e gonfiore, soprattutto nel caso in cui la patologia sia associata a infezioni articolari o a patologie reumatiche (es. artrite reumatoide, artrite psoriasica, gotta).
Per quel che concerne le cause di tale patologia, esse vanno ricercate e classificate principalmente in due ambiti: le tenosinoviti infettive, che sorgono come conseguenza/complicanza di infezioni articolari (ad esempio un trauma che ha causato una lacerazione dei tessuti, oppure a seguito di un intervento chirurgico) e che sono certamente le più complesse da trattare oltre alla maggiore difficoltà di recupero; le tenosinoviti non infettive, di solito legate a traumi o microtraumi acuti o cronici, legati spesso a un uso eccessivo ed usurante dell’articolazione (es. negli sportivi o in lavoratori che svolgono attività con movimenti usuranti ripetuti nel tempo).
La diagnosi relativa alla tenosinovite è molto simile a quella per la tendinite ed è riassumibile in queste diverse fasi: si parte dall’ispezione da parte dello specialista, per passare al movimento, alla palpazione e a test specifici, con la possibilità di aggiungere esami strumentali se necessario (ecografia, Rx, risonanza magnetica). Una volta che la patologia è stata confermata, occorre mettersi immediatamente al lavoro per ridurre l’infiammazione e per tornare poi a un completo recupero: come sempre, la fisioterapia può dare una enorme contributo in questo senso. Il primo passo è ovviamente il riposo e l’applicazione di impacchi di ghiaccio (se c’è infiammazione acuta), ai quali si può aggiungere l’assunzione di farmaci fans. Il medico potrà prescrivere anche una terapia fisica strumentale antinfiammatoria, composta ad esempio da ultrasuoni, onde d’urto o elettrostimolazione nervosa. Non appena la situazione infiammatoria è migliorata, è importante procedere con gli esercizi riabilitativi, fondamentali per ripristinare la funzionalità articolare e ridurre lo sviluppo di rigidità articolari, permettendo un pieno recupero e un ritorno all’attività fisica/sportiva.