Domanda:
quale è la differenza tra Tendinopatia e tendinite?
Risposta:
Differenza tra Tendinopatia e Tendinite: trattamenti utili
La confusione tra i termini tendinite e tendinopatia è molto comune, sia tra i pazienti che tra i professionisti della salute. È essenziale però chiarire le differenze per una corretta comprensione e gestione delle problematiche tendinee, specialmente in ambito fisioterapico.
Tendinite: l’infiammazione del tendine
La tendinite è un’infiammazione acuta del tendine, più precisamente del peritenonio, una sottile lamina connettivale che lo avvolge. L’uso del suffisso “-ite” sottintende la presenza di un processo infiammatorio, con sintomi come:
- Dolore localizzato che peggiora con il movimento.
- Edema (gonfiore).
- Calore e, in alcuni casi, rossore nella zona interessata.
Studi istopatologici hanno però dimostrato che le condizioni croniche dei tendini, spesso chiamate impropriamente tendiniti, non presentano cellule infiammatorie. Ciò rende il termine “tendinite” impreciso per le patologie croniche da sovraccarico.
Tendinosi: la degenerazione del tendine
La tendinosi, al contrario, non è un’infiammazione, ma una condizione cronica caratterizzata da:
- Degenerazione delle fibre di collagene.
- Aumento della sostanza extracellulare.
- Neovascolarizzazione (formazione di nuovi vasi sanguigni) senza infiammazione acuta.
Questa condizione si sviluppa nel tempo a causa di un sovraccarico ripetuto o di un’errata biomeccanica, e si manifesta con dolore e riduzione della funzionalità, senza i segni classici dell’infiammazione. La tendinosi pura può persino essere asintomatica in alcuni casi.
Tendinopatia: un termine ombrello
Per ovviare alle difficoltà diagnostiche legate alla distinzione tra tendinite e tendinosi, si utilizza sempre più spesso il termine generico tendinopatia, che descrive un quadro clinico doloroso tendineo senza necessariamente implicare un’infiammazione o una degenerazione. Questo termine è utile quando:
- Non è possibile effettuare un’analisi istopatologica.
- I sintomi persistono da settimane senza chiari segni di infiammazione acuta.
Esempi comuni di tendinopatie includono:
- Tendinopatia del tendine d’Achille.
- Tendinopatia rotulea.
- Epicondilalgia laterale (epicondilite).
Tenosinovite: quando è coinvolta la guaina sinoviale
Un’altra condizione da distinguere è la tenosinovite, che coinvolge la guaina sinoviale che avvolge alcuni tendini. L’infiammazione o l’ispessimento di questa guaina può causare dolore e limitazione del movimento. Un esempio tipico è il dito a scatto, frequente nei tendini flessori delle dita.
Gestione fisioterapica delle patologie tendinee
La fisioterapia gioca un ruolo fondamentale nel trattamento delle tendinopatie, adattando l’intervento alle caratteristiche della condizione specifica (acuta o cronica). Ecco le principali strategie:
- Gestione del carico: riduzione delle attività che aggravano il tendine, con riposo attivo (es. nuoto, cyclette).
- Trattamento sintomatico:
- Ghiaccio nelle fasi acute (20 minuti, 3-4 volte al giorno).
- Terapie strumentali: ultrasuoni, laser, tecarterapia, ionoforesi.
- Terapie manuali:
- Massaggio trasverso profondo (Cyriax).
- Massaggio funzionale per stimolare il recupero.
- Esercizi specifici: fondamentali per stimolare il rimodellamento del tendine nelle tendinosi.
- Correzione biomeccanica: plantari, talloniere, tutori specifici.
- Prevenzione:
- Miglioramento della flessibilità e della forza muscolare.
- Educazione al corretto gesto atletico.
La differenza tra tendinite e tendinosi, così come l’uso appropriato del termine tendinopatia, è ovviamente fondamentale per una gestione mirata ed efficace.