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Flebite e tromboflebite

Domanda:

Cosa può causare la tromboflebite?

Risposta:

Nel nostro articolo di oggi si vuole trattare un tema non così raro nella popolazione mondiale e che troppo spesso viene senza ragione sottovalutato: la flebite e la tromboflebite.

Per flebite si intende, in generale, l’infiammazione di una vena. La tromboflebite è, in maniera più specifica, causata da uno o più coaguli di sangue in una vena che generano un’infiammazione. Nella maggioranza dei casi, la tromboflebite si verifica nelle vene delle gambe, ma potrebbe anche verificarsi in un braccio o in altre parti del corpo. Al livello di sintomatologia, il trombo nella vena provoca dolore e irritazione e può arrivare a bloccare il flusso sanguigno nelle vene.

Flebite e tromboflebite

Flebite e tromboflebite

Si distinguono due tipi differenti di flebite: quella che si verifica nelle vene superficiali e un’altra che invece attecchisce nelle vene profonde. La prima condizione è raramente grave e, con cure adeguate, di solito si risolve rapidamente. Occorre fare comunque attenzione in quanto, in alcuni casi, le persone con flebite superficiale soffrono anche di tromboflebite venosa profonda e in tal caso si rende necessaria una valutazione medica, poiché potrebbe rendersi necessario un ricovero in ospedale per alcuni giorni per la diagnosi e il trattamento. La tromboflebite venosa profonda, infatti, colpisce i vasi sanguigni più grandi, solitamente in profondità nelle gambe. Possono quindi formarsi grossi coaguli di sangue, che potrebbero anche staccarsi e raggiungere i polmoni, generando in tal caso una condizione grave nota come embolia polmonare.

La flebite superficiale può, in taluni casi, anche essere la conseguenza di una complicanza dovuta a una procedura medica o chirurgica. La lesione a una vena, com’è facile immaginare, non fa che aumentare il rischio di formazione di un coagulo di sangue, per quanto è corretto specificare che a volte i coaguli si verificano in assenza di lesioni.

Tra i vari fattori di rischio della tromboflebite è importante evidenziare:

  • Prolungata inattività / stile di vita sedentario: restare seduti per molte ore, in ufficio oppure in auto per chi viaggia molto, genera un flusso di sangue stagnante o lento e ciò può causare la formazione di trombi;

  • Obesità;

  • Abuso di fumo e alcool

  • Alcune condizioni mediche, come il cancro o le malattie del sangue, che aumentano il potenziale di coagulazione del sangue.

  • Lesioni alle braccia o alle gambe

  • Terapia ormonale sostitutiva o assunzione della pillola anticoncezionale

  • Gravidanza

  • Vene varicose

Per quanto riguarda i sintomi della flebite, questi sono ben visibili ad occhio nudo per via della lenta insorgenza di un’area rossa lungo le vene superficiali della pelle, che può causare nella persona bruciore e pulsazioni. Oltre a ciò, quest’area rossa può risultare dura, calda e tenera e la pelle attorno alla vena può essere pruriginosa e gonfia. Se si hanno segni o sintomi di gonfiore, dolore e vene superficiali infiammate sulle braccia o sulle gambe, occorre contattare il proprio medico che farà esami accurati, dopo aver appreso i sintomi dal paziente.

Ma quali sono i rimedi che possono essere messi in atto dalle persone che soffrono di flebite? Senza alcun dubbio un grande supporto può venire dalla fisioterapia, che aiuterà ad evitare l’immobilità e ad aumentare il movimento dell’arto, tramite una ginnastica passiva e attiva con lo scopo di diminuire il dolore e favorire la circolazione.

Il primo consiglio, comunque, è di correggere i fattori di rischio modificabili citati in precedenza: fare attività motoria (sono sufficienti delle semplici camminate) per aumentare il ​​flusso sanguigno e prevenire lo sviluppo di coaguli di sangue, evitare fumo e alcool, seguire un’alimentazione salutare. Sotto consiglio medico è possibile assumere farmaci antinfiammatori (fans) per ridurre l’infiammazione e le relative cause. In aggiunta a ciò, l’uso di calze compressive (al ginocchio o alla coscia) migliora il flusso sanguigno e allevia il dolore e il gonfiore. In ultimo, è bene mantenere per 1-2 settimane l’arto interessato in elevazione, in concomitanza con l’applicazione di impacchi caldi, utili per ridurre l’edema, favorire il riassorbimento e la vasodilatazione.