Domanda:
Sento spesso una forte pesantezza e a volte ho i crampi alle gambe, di cosa può trattarsi?
Risposta:
È molto probabile che qualcuno tra i lettori possa aver percepito in qualche periodo della sua vita una sensazione di forte pesantezza o crampi alle gambe (sindrome delle “gambe senza riposo”), magari accompagnata da gonfiore di questi arti, dolorabilità e alterata sensibilità: l’insieme di tali sintomi potrebbe essere causato da problemi legati alle vene e nell’articolo odierno si vuole approfondire proprio questo tema. Prima di tutto, cerchiamo di comprendere il funzionamento anatomico delle vene: queste fanno ovviamente parte del sistema circolatorio e hanno il compito di riportare il sangue (distribuito in tutto il corpo dalle arterie) al cuore, con una pressione all’interno di esse piuttosto bassa, motivo per cui le pareti venose sono sottili, al contrario di quelle della arterie.
Si pensi che quando una persona è in piedi, il sangue all’interno delle vene ha bisogno di vincere la gravità per poter tornare al cuore a recuperare ossigeno, pertanto c’è bisogno che le valvole situate all’interno delle vene, così come i muscoli tramite le contrazioni, lo spingano per farlo risalire fino al petto. Queste valvole si aprono, per l’appunto, per far risalire il sangue verso il cuore, per poi richiudersi impedendo al sangue stesso di tornare indietro. È qui che può presentarsi l’insufficienza venosa, una patologia abbastanza comune caratterizzata dall’indebolimento delle valvole delle vene, che divengono incontinenti al punto da permettere al sangue di tornare indietro. In questo contesto, le vene possono subire dei problemi: si dilatano, si ingrossano (da qui le vene varicose) e si possono presentare delle infiammazioni come le flebiti, così come una coagulazione del sangue all’interno delle vene stesse potrebbe causare una trombosi venosa. Una persona che soffre di tale patologia se ne rende conto spesso anche visivamente, in quanto gli arti interessati presentano, come si diceva all’inizio, un gonfiore e un’aumentata circonferenza, con edema e varici venose in superficie, fino ai casi più gravi in cui si evidenzia iperpigmentazione cutanea ed ulcere. I fattori più comuni che incidono sull’insufficienza venosa possono essere: la sedentarietà (ad es. dovuta a lavori che prevedono molte ore ferme in piedi), squilibri ormonali, alterazioni posturali, prolungate esposizioni al calore, esiti di traumi agli arti inferiori. Una volta avuta la certezza della patologia, di solito tramite un’ecografia doppler, è bene che il paziente si affretti nel trovare dei validi rimedi: fra questi, la fisioterapia è di grande supporto nelle prime fasi della malattia e a tal proposito se avete necessità di maggiori informazioni, non esitate nel venirci a trovare presso le nostre due sedi NMS Fisioterapica di Portuense e Monteverde.
I trattamenti fisioterapici mirano a ridurre i sintomi di un’ insufficienza venosa e ad evitare peggioramenti grazie a una terapia di movimento, con esercizi specifici per i muscoli del polpaccio (questi giocano infatti un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’insufficienza venosa) oltre a una routine quotidiana di movimenti da eseguire coinvolgendo altre parti del corpo. In aggiunta al movimento, fra le pratiche conservative maggiormente utilizzate ci può essere l’idroterapia, l’elettroforesi, la magnetoterapia, il drenaggio linfatico e la tecarterapia. Infine, da non sottovalutare l’uso di calze di contenzione che, grazie a una compressione graduata degli arti e quindi delle pareti venose, permette un miglioramento della circolazione generale sostenendo il flusso sanguigno verso il cuore.