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Legamento crociato anteriore

Domanda:

Sono stato operato per ricostruzione del legamento crociato, potreste approfondire l'argomento?

Risposta:

Le statistiche ci dicono che oggi in Italia uno degli interventi più eseguiti nel settore ortopedico è la ricostruzione del legamento crociato. Non a caso si tratta anche di uno degli argomenti più ascoltati in ambito sportivo: chiunque di noi segua sport quali il calcio, il basket, lo sci, il rugby ecc., che prevedono un carico importante sulle ginocchia, non farà molta fatica a ricordare uno o più atleti che abbiano dovuto fronteggiare durante la propria carriera questo tipo di infortunio. Ovviamente questo tipo di infortunio non è esclusivo degli sportivi, può accadere infatti in qualunque persona che subisca un trauma importante al ginocchio con eventuale distorsione dello stesso.

Per capire meglio cosa accade in questi casi è bene fare una breve panoramica dell’anatomia del ginocchio e vedere in che cosa consiste questo importante legamento. Il legamento crociato anteriore è una struttura connettivale che ha origine dalla parte inferiore del femore e si inserisce nella parte superiore della tibia, la sua lunghezza media va da 1.8 a 3.3 cm e compie una traiettoria obliqua, incrociandosi col legamento crociato posteriore. Esso è composto da due fasci, uno antero-mediale e uno postero-laterale e la sua funzione fondamentale è di tipo meccanico, in quanto fornisce una stabilizzazione del ginocchio in modo da evitare lo scivolamento anteriore della tibia e impedisce un’eccessiva estensione e rotazione verso l’interno. Una seconda funzione è di tipo neurosensoriale, poiché il legamento invia informazioni propriocettive alla corteccia somato-sensoriale.

Nel momento in cui avviene una lesione del legamento del ginocchio, le strade percorribili per il recupero sono fondamentalmente due: il ricorso al trattamento chirurgico (solitamente questa è la soluzione maggiormente adottata dagli sportivi che necessitano al più presto di un ritorno all’ attività agonistica) che è possibile attraverso due tecniche (di cui in passato si è parlato), quella autograft che utilizza l’ìnnesto tendineo del soggetto stesso e quella allograft che utilizza innesto da un donatore; la seconda strada è il trattamento conservativo.

Legamento crociato

Legamento crociato

È molto importante evidenziare come la fase post-operatoria e in generale la fase di riabilitazione da questo tipo di evento traumatico siano state oggetto di numerosi e approfonditi studi soprattutto negli ultimi 10 anni. A seguito di questi, ad oggi è altamente sconsigliato far rimanere il paziente passivo e immobilizzato a lungo, occorre anzi muovere l’arto infortunato fin dalle prime fasi della riabilitazione, poiché è scientificamente provato che l’articolazione ha bisogno di movimento, carico e stimolazione muscolare per vivere meglio. Quel che è certo è che, a seguito di un infortunio al legamento crociato, e indipendentemente dal fatto che l’intervento chirurgico venga eseguito o meno, la gestione della fisioterapia risulta fondamentale per il recupero della gamma di movimento, forzapropriocezione e stabilità. La fisioterapia potrà partire quindi già il giorno dopo l’intervento con una flessione passiva grazie all’uso del Kinetec, macchinario che permette una mobilizzazione continua passiva (fino a 120° per i primi 15 giorni) in modo da non creare pericoli per il nuovo legamento. Il carico sull’arto operato, salvo particolari complicazioni, può essere caricato fin dai primi giorno con l’aiuto delle stampelle, che potranno essere dismesse dopo circa 7-15 giorni dall’intervento. Per le prime 2 settimane l’obiettivo è di mobilizzare attivamente il piede e il ginocchio e può essere utile applicare il ghiaccio a seguito delle sessioni di allenamento/fisioterapia.

Nelle settimane da 3 a 6 si persegue la completa estensione del ginocchio, con il supporto del nuoto, della cyclette senza frizione e della ginnastica propriocettiva. Dalla settimana 7 alla 12 l’obiettivo è la mobilità completa, aumentando i carichi delle sessioni di potenziamento muscolare, con l’aggiunta di esercizi di agilità quali corda, corsa laterale ecc. Dalla settimana 13 alla 16 si può aumentare sempre più la difficoltà e l’intensità delle sessioni di potenziamento, fino a raggiungere un completo recupero funzionale.