Domanda:
Cos'è la lombocruralgia?
Risposta:
Avete mai sentito parlare di lombocruralgia? Se la risposta è sì, è probabile anche che ne abbiate purtroppo sofferto, ma vediamo oggi di che cosa si tratta.
Per lombocruralgia s’intende un’infiammazione (un po’meno frequente della lombosciatalgia) piuttosto dolorosa, con sensazioni di scossa e affaticamento, localizzata a livello lombare, e che in alcuni casi può irradiarsi sulla gamba nella zona del nervo crurale. Per chi ignori che cosa sia quest’ultimo (non c’è da preoccuparsi, è un fatto più che comprensibile) basti sapere che questo nervo nasce dalle radici nervose L1-L4 del tratto lombare e, dopo aver attraversato alcune strutture articolari e muscolari, giunge fino alla regione anteriore, laterale e interna della coscia; nello specifico, la zona interna della coscia è innervata da una parte del nervo crurale denominato nervo otturatore. Il nervo crurale è un nervo misto di fondamentale importanza in quanto fornisce motricità a livello anteriore della coscia e sensibilità a livello della coscia antero-interna del ginocchio, della gamba mediale e del piede.
Chi soffre di cruralgia lamenta solitamente una sensazione di dolore lungo l’area del nervo femorale, con ripercussioni sia a livello della colonna lombare (in tal caso si parla di lombalgia), sia a livello della coscia ed anche lateralmente, per irradiarsi fino al ginocchio.
I sintomi delle persone che si trovano a fronteggiare tale problema sono solitamente: indolenzimento, bruciore, formicolio, debolezza e intorpidimento, mentre le cause vanno ricercate proprio nell’infiammazione o nella compressione del nervo crurale. Quest’ultimo aspetto della compressione può avvenire in un unico punto oppure su molteplici punti lungo il tragitto: ciò che certamente è risaputo è che, per far sì che compaiano dei sintomi infiammatori nella persona, è necessario che sia presente un minimo di 20% di compressione. Altra certezza è che esistono dei fattori di rischio abbastanza evidenti e conclamati quali il sovrappeso, le cattive posture, la vita sedentaria.
Per ottenere una corretta diagnosi relativamente a questa patologia, è consigliabile farsi visitare da uno specialista e da un fisioterapista, questi potranno eventualmente richiedere il supporto di una radiografia o di una risonanza magnetica, assieme ad alcuni test specifici quali il test di Giordani.
Una volta che la diagnosi è stata eseguita e ha fornito il riscontro di una cruralgia, è bene per il paziente osservare immediatamente una fase inziale di riposo e farmaci fans per un max di 7-10 giorni. Dopodiché, superata la fase acuta di dolore, è importante passare immediatamente al lavoro fisioterapico: molto utili sono strumenti quali il laser ad alta potenza e la tecarterapia, meglio se combinati con una terapia manuale e posturale che esegua delle mobilizzazioni del nervo femorale grazie anche a delle tecniche di neurodinamica. Altri tipi di terapie atte ad eliminare il dolore sono gli ultrasuoni e le correnti antalgiche, alle quali è possibile aggiungere, per i casi di dolore cronico dopo attenta valutazione, l’ossigeno-ozono terapia locale tramite infiltrazioni, che sfrutta la penetrazione in profondità del gas, ottenendo un effetto antinfiammatorio e antalgico più potente.