Domanda:
Mio figlio ha subito uno stiramento muscolare. Quale terapia mi consigliate di effettuare?
Risposta:
Proseguendo il discorso sulle lesioni muscolari (si stima che il 20-30% di tutti i traumi da sport sia riconducibile proprio alle lesioni muscolari), oggi vorremmo parlare dello spiacevole momento in cui sopraggiunge il cosiddetto stiramento, ossia una rottura parziale o totale dell’unità muscolo-tendinea dovuta a un allungamento anomalo delle fibre muscolari che superano il limite consentito dal nostro corpo, tanto che le fibre del tessuto arrivano a rompersi e a provocare del sanguinamento con la possibile formazione di un ematoma. Come purtroppo molti avranno sperimentato, è molto probabile che ciò accada negli arti inferiori, ad esempio soprattutto polpaccio o bicipite femorale, ma può interessare in alcuni casi anche il tronco o gli arti superiori, come il petto, l’addome, la zona lombare e sacrale della schiena, la zona collo-spalle.
Quel che è certo è che a prescindere dalla parte colpita, si avverte un dolore immediato e crescente circoscritto alla zona interessata dalla lesione, generalmente seguito da spasmi, che però non è sempre detto che impedisca di proseguire nell’attività in svolgimento. Nel caso in cui si dovesse avvertire tale sensazione, comunque, è bene sospendere immediatamente l’attività che si sta eseguendo, onde evitare peggioramenti importanti che potrebbero portare a uno strappo.
Non tutti gli stiramenti sono ovviamente uguali fra loro: a seconda del numero di fibre muscolari coinvolte e dell’entità dell’allungamento di esse, si potrà parlare di un grado di stiramento differente, in ordine di gravità crescente avremo 1°, 2° e 3° grado.
Nello stiramento di 1° grado si ha una lesione lieve, per passare a una lesione moderata del 2° grado, e infine una lesione completa o grave del 3° grado. Ma perché accade lo stiramento di un muscolo? Purtroppo il tutto è da riportare a un sovraccarico dinamico che si presenta quando il meccanismo che salvaguarda l’equilibrio fisiologico fra la contrazione e il rilassamento della muscolatura risulta insufficiente: la causa più comune, infatti, è una brusca contrazione in contemporanea a uno stiramento eccessivo del muscolo, situazione tipica negli sport che richiedono movimenti ed azioni esplosive, quali per esempio il calcio, l’atletica, il basket ecc., ed è questo il motivo per il quale accade molto più spesso agli sportivi.
Esistono ovviamente svariati fattori che aumentano la probabilità di eventi di questo tipo: un riscaldamento inadeguato prima dell’attività fisica, una preparazione fisica deficitaria, problemi articolari preesistenti, squilibri posturali o muscolari, mancanza di coordinazione/elasticità, microtraumi ripetuti nel tempo ma anche, banalmente, l’utilizzo di abbigliamento o calzature inadatte.
Per quel che concerne il trattamento di lesioni di questo tipo, è certamente bene per la prima settimana ricorrere a riposo totale, applicazione del ghiaccio e può essere di aiuto una benda compressiva. I tempi di recupero possono chiaramente variare a seconda della gravità della lesione, ma in media dopo 2-3 settimane di stop il muscolo dovrebbe riuscire a “restaurare” il tessuto lesionato.
Com’è facile immaginare, questo processo è di gran lunga stimolato e velocizzato grazie a terapie fisioterapiche quali: la tecarterapia, che aiuta il rilassamento delle fibre muscolari e favorisce il processo anti infiammatorio; la laserterapia, che stimola il metabolismo cellulare permettendo un ritorno alla normalità delle fibre muscolari stirate; infine gli ultrasuoni, assieme alla terapia manuale e allo stretching, contribuiscono in modo complementare a una maggiore distensione della cicatrice.