Domanda:
Quali sono le cause e i rimedi della borsite trocanterica?
Risposta:
Vi è mai capitato di avvertire dolore, gonfiore, fitte improvvise, o anche calore e rossore nella parte laterale alta della coscia? Magari mentre cammini o mentre dormi su un fianco? Ci auguriamo, com’è ovvio, che la risposta sia per tutti no, ma qualora dovesse essere, sfortunatamente, un sì (e la probabilità non è così bassa), occorre porre massima attenzione al problema perché potrebbe non trattarsi, come è portata a pensare la maggior parte di noi, del classico dolore all’articolazione dell’anca. Al contrario, il dolore e, nei casi peggiori, la difficoltà a effettuare i movimenti dell’anca di abduzione e rotazione, potrebbero derivare da una patologia denominata borsite trocanterica, un problema infiammatorio della regione del trocantere, ossia una protuberanza ossea nella parte più alta del femore, per intenderci prima che la testa del femore si congiunga con l’acetabolo (una cavità ossea) del bacino. Il trocantere fa da inserzione ad alcuni muscoli fondamentali per la mobilità dell’anca. Sul trocantere è presente una borsa sinoviale (ce ne sono varie nel nostro organismo) che funge da cuscinetto e che permette lo scorrimento delle parti molli sui piani ossei sottostanti.
Nel caso del dolore citato all’inizio, potrebbe essere proprio la borsa trocanterica ad essersi infiammata: ciò può accadere per varie ragioni, alcune delle quali ancora oggi ignote, mentre altre sono da tempo conosciute e studiate, tra le quali la più frequente è il sovraccarico quotidiano nei soggetti sportivi, soprattutto corridori; si aggiungono poi eventuali traumi o microtraumi ripetuti, allenamenti scorretti, oppure fattori diametralmente opposti quali un’eccessiva sedentarietà o obesità.
Incidenza maggiore di questa infiammazione è stata riscontrata nelle donne nella fascia di età 40-60 anni e ciò è spiegabile per via della conformazione del bacino femminile che, essendo più largo rispetto all’uomo, presenta anche un trocantere più sporgente.
Nel caso si sospetti un’infiammazione di questo tipo, o comunque in presenza dei sintomi elencati, è bene non perdere tempo e farsi visitare da uno specialista/ortopedico che di solito riesce a comprendere se si tratta di borsite trocanterica già dall’osservazione dei sintomi e dalla valutazione clinica, senza necessità di esami strumentali (a meno che non ci sia il sospetto di un’infezione della borsa). Una volta che si ha la certezza della patologia, non bisogna entrare nel panico perché si può tranquillamente guarire. I pazienti più fortunati hanno visto addirittura una regressione della stessa già dopo un semplice periodo di riposo, mentre nei casi in cui il dolore perdura per settimane/mesi, sarà senza dubbio necessario ricorrere alla fisioterapia, con un trattamento conservativo riabilitativo che, ci dicono le statistiche, nel 90% dei casi è risolutivo.
In linea generale, gli elementi terapeutici più utilizzati in fisioterapia per la borsite trocanterica sono le tecniche di terapia manuale, utili a ripristinare il movimento fisiologico dell’articolazione; la tecarterapia, applicabile sia in condizioni acute che croniche; la laserterapia ad alta potenza, efficace soprattutto su aree ristrette; le onde d’urto focali; gli esercizi riabilitativi distrettuali e globali, con la finalità di riequilibrare, rinforzare e allungare la muscolatura. Ad oggi, non è possibile individuare una sola di queste terapie che già da sola risulti risolutiva, al contrario, un protocollo terapeutico di tipo combinato ha moltissime possibilità di raggiungere l’obiettivo della guarigione.