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Lateral release artroscopica

Domanda:

In cosa consiste la tecnica chirurgica del lateral release?

Risposta:

In un articolo precedente era stata trattata, per chi avesse modo di ricordarlo, una fastidiosa sindrome del ginocchio nota come femoro-rotulea. Brevemente, ricordiamo che questa si manifesta con dolore nella parte anteriore del ginocchio, causato da alterazioni morfofunzionali di alcune delle componenti (rotula, superfici ossee, cartilagine, tendine rotuleo ecc.) che formano questa delicata parte del nostro corpo. Ciò che accade è una pressione anomala della rotula sulla superficie femorale sottostante, così che la rotula, anziché scorrere nella sua normale guida articolare, si trova a scorrere di più sulla parte esterna. Nei risvolti più gravi di tale sindrome, tipica negli adolescenti e negli sportivi che sovraccaricano molto quest’articolazione (es. ginnasti e ballerini), la persona potrebbe arrivare a soffrire di instabilità rotulea fino alla fuoriuscita della rotula stessa.

Lateral release artroscopica

In un contesto simile, laddove un tentativo di terapia conservativa non portasse i risultati sperati, un grande aiuto può arrivare grazie alla tecnica chirurgica del lateral release. Si tratta di un intervento in artroscopia (della durata di circa 30’) che prevede la sezione del legamento alare esterno della rotula con lo scopo di ridurre l’attrito all’interno dell’articolazione femoro-rotulea e di ricentrare la rotula nel solco trocleare. I risultati di tale tecnica fanno davvero ben sperare: in più dell’80% dei casi il paziente ottiene miglioramenti relativi al dolore e alla funzionalità del ginocchio. Il dolore dopo l’intervento è ovviamente presente, ma decisamente sopportabile con dei semplici antidolorifici. Onde evitare possibili complicanze, invece, occorre sottolineare la fondamentale importanza di una riabilitazione che deve essere eseguita nel migliore dei modi e col massimo impegno, in caso contrario si potrebbe presentare una certa rigidità articolare e l’efficacia dell’intervento stesso essere compromessa.

Per il resto, la scomparsa del dolore e della sensazione di instabilità e di blocco nella parte anteriore del ginocchio avviene abbastanza presto, mentre per il recupero della forza muscolare si avrà bisogno di circa 2-3 mesi.

Per il periodo post-operatorio, in generale i chirurghi consigliano di evitare i carichi pesanti sul ginocchio per le prime 6 settimane. Ci si potrà aiutare con delle stampelle nei primi giorni, per poi farne a meno al più presto, non appena ci si sente abbastanza stabili. L’applicazione del ghiaccio per 2-3 volte al giorno è certamente benefica, così come la crioterapia ed il riposo con l’arto elevato in fase iniziale. Dopodiché, si può partire col percorso fisioterapico già dal terzo giorno (quando avviene la rimozione del bendaggio) con delle mobilizzazioni delicate e con la massoterapia per il quadricipite; in seguito, in media dopo circa una settimana dall’intervento, al paziente vengono insegnati specifici movimenti di flessione ed estensione del ginocchio (obiettivo iniziale è raggiungere i 90 gradi di flessione); in fase intermedia, avviene il recupero totale della flessione assieme a una rieducazione muscolare ottenuta attraverso esercizi isometrici ed elettrostimolazioni; nella fase finale (all’incirca dopo la quinta settimana) si può passare al nuoto e ad esercizi isotonici di difficoltà crescente, andando avanti con questi esercizi almeno per due mesi o comunque fino a che non ci si senta sicuri, fino a riprendere una vita assolutamente normale.