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LCP

Domanda:

Cos'è il legamento crociato posteriore e cosa succede se si lesiona?

Risposta:

Il legamento crociato posteriore (LCP) rappresenta un’importante struttura del ginocchio, la cui azione fondamentale è il controllo della stabilità articolare, agendo in sinergia con il crociato anteriore. I due legamenti, infatti, costituiscono un fulcro centrale del ginocchio responsabile del controllo di tutti i movimenti di rotazione e sagittali dello stesso. Il LCP agisce principalmente controllando la traslazione posteriore della tibia, ossia impedendo che questo osso si sposti eccessivamente verso la regione posteriore dell’articolazione e limitando secondariamente la rotazione esterna articolare. Giusto per fornire qualche dato, questo legamento fornisce addirittura il 95% della stabilità nella traslazione posteriore e contiene i movimenti di flessione-rotazione. Occorre sottolineare poi che il LCP è la struttura più robusta del ginocchio, con un diametro quasi doppio rispetto al crociato anteriore, ciò fa sì che anche la resistenza alle lesioni sia nettamente più elevata di quest’ultimo (non a caso la lesione del LCP rappresenta solo il 10% di tutti i casi di lesione del ginocchio). In sostanza, una lesione del LCP non è impossibile, ma avviene spesso a seguito di un trauma molto violento, spesso in ambito sportivo (calcio, arti marziali, rugby ecc.).

In caso di lesione, questa si può classificare come isolata quando è il solo legamento posteriore ad essere leso, oppure combinata quando si rompono anche altre strutture capsulari e/o legamentose periferiche. Il termine lesione è comunque purtroppo sempre sinonimo di rottura.

LCP

LCP – Legamento Crociato Posteriore

Per quel che riguarda i sintomi, una rottura isolata del LCP non causa fenomeni di instabilità articolare (cioè la sensazione che il ginocchio scatti o scivoli), che sono invece sintomi tipici del legamento crociato anteriore; al contrario, si avverte solo un dolore di diversa intensità e un’alterazione della normale motilità articolare, che si tradurrà nel tempo in un aumentato rischio di alterazioni degenerative (artrosi) a carico della cartilagine articolare e dei menischi. Due sono le sensazioni tipiche di chi ha riportato una rottura del LCP: la difficoltà/fastidio a stare in piedi per molto tempo, o la sensazione che il ginocchio “vada indietro”. Le lesioni combinate, invece, causano una marcata instabilità articolare che può essere presente anche nella semplice deambulazione.

In generale, in caso di lesione di LCP non sempre è necessario un intervento chirurgico. L’intervento è evitabile fondamentalmente in due casi: se c’è rottura parziale, oppure se c’è una rottura isolata con spostamento posteriore inferiore a 7-8mm visibile da radiografie sotto stress. Com’è ovvio immaginare, si può evitare il trattamento chirurgico solo grazie a un fondamentale e costante trattamento conservativo/riabilitativo che prevede un’intensa rieducazione muscolare attraverso diverse fasi: all’inizio, l’obiettivo principale è la riduzione del gonfiore ed il recupero dell’articolarità, evitando i gradi di estensione massimale del ginocchio; in questo momento iniziale è particolarmente indicato il lavoro in acqua e l’utilizzo di terapie fisiche (pompa diamagnetica, ultrasuoni, tecarterapia, HILTerapia ecc). Successivamente, si può passare alla fase del recupero e potenziamento muscolare, cercando di lavorare soprattutto sui muscoli che limitano l’iperestensione del ginocchio come i flessori della gamba. Contemporaneamente, verrà rinforzato il quadricipite e verranno abbinati esercizi di tipo propriocettivo ed esercizi per migliorare la coordinazione. L’ultima fase dell’iter riabilitativo è incentrata sul recupero del gesto atletico (nel caso di sportivi) o comunque della normale deambulazione per tutti gli altri pazienti.

Nel caso in cui sia inevitabile l’intervento chirurgico, la riabilitazione post-operatoria dipende da molteplici fattori: il tipo di intervento eseguito, le condizioni del paziente, il tipo di protocollo riabilitativo pianificato, l’impegno del paziente stesso. In linea di massima, comunque, i dati ci dicono che un paziente sportivo può tornare a praticare normalmente la sua attività entro il 5-6° mese post intervento.