Domanda:
Per risolvere il ginocchio valgo devo sottopormi ad osteotomia al ginocchio, di cosa si tratta?
Risposta:
Proseguendo sul tema dell’ultimo articolo relativo alle problematiche legate al ginocchio, oggi si vuole parlare del caso in cui sia necessario intervenire chirurgicamente nel paziente con la cosiddetta osteotomia al ginocchio, nota anche come osteotomia tibiale.
Per osteotomia s’intende un intervento, solitamente praticato in una condizione di deficit assiale con danno artrosico, che ha lo scopo di correggere le deviazioni dell’asse del ginocchio che portano ad alterazioni quali il varismo e il valgismo, popolarmente note come “ginocchia a O” (tipiche dei calciatori) e “ginocchia a X”, che sovraccaricano alcuni segmenti dell’articolazione.
Altre situazioni in cui è consigliabile l’intervento sono: nei casi di varismo/valgismo nei giovani, quando non c’è ancora danneggiamento del compartimento sovraccaricato; in caso di varismo/valgismo in giovani/adulti sotto i 50 anni, se sottoposti in passato a meniscectomia artroscopica; infine, sempre in pazienti sotto i 60 anni, se l’alterazione dell’asse del ginocchio provoca dolore ed è causa di artrosi.
In sostanza l’obiettivo ultimo dell’intervento è di spostare il peso del corpo al di fuori dalla zona danneggiata verso l’altro lato/compartimento del ginocchio, laddove la cartilagine è in buona condizione.
L’intervento viene eseguito in anestesia regionale o generale e ha una durata di circa 60-90 minuti, per un ricovero totale di circa 4 giorni: il chirurgo ortopedico provoca una frattura della tibia, una volta che questa è aperta si inserisce all’interno un sostituto osseo sintetico, per applicare in ultimo delle placche fissate con viti.
Sebbene sia scontato, è fondamentale, come per ogni intervento chirurgico agli arti, il recupero del movimento sin dai primissimi giorni con il supporto della fisioterapia, considerando che il ginocchio sarà bendato per 24 ore post intervento. La deambulazione è possibile, all’incirca per il primo mese, solo con il supporto delle stampelle in modo da non caricare l’arto appena operato.
Il dolore iniziale, invece, può essere trattato/controllato mediante la somministrazione di antidolorifici. Superata questi primissimi giorni di dolore più acuto, il programma di recupero monitorato dal fisioterapista può (o meglio) deve avere inizio: durante le prime fasi l’attenzione sarà incentrata sul pieno recupero dell’articolarità, possibile attraverso esercizi passivi di flesso-estensione per contrastare la rigidità, così come esercizi di mobilizzazione del ginocchio ed isometrici per i muscoli. A seguire, è utile proseguire il lavoro con esercizi di rinforzo (concentrici ed eccentrici) assieme ad esercizi propriocettivi.
Nel caso in cui ci fosse la presenza di un edema, sarà certamente efficace il ricorso a sedute di tecarterapia che possono drenare lo stesso, oltre a migliorare l’ossigenazione dei tessuti.
Finché la guarigione non è completa al 100%, si consiglia vivamente di evitare sovraccarichi e attività sportive che potrebbero provocare una rottura dell’osteotomia. Al completamento della guarigione, invece, sarà possibile un ritorno a qualunque pratica sportiva e professionale.