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Pubalgia

Domanda:

Sono uno sportivo e ho un forte dolore all'inguine. Potrebbe essere pubalgia?

Risposta:

La pubalgia è una problematica dei tendini della regione dell’inguine, in particolare dei tendini dei muscoli adduttori. Si tratta di una delle più comuni malattie fra gli sportivi (calciatori, rugbisti, tennisti, sciatori e in generale di tutti gli atleti che sovraccaricano molto gli arti inferiori) ma non solo, in quanto si presenta anche in persone che, pur non svolgendo attività motoria impegnativa, incorrono in movimenti che condizionano dolori acuti in sede pubica o della piega inguinale. Un’altra categoria di persone colpite è quella delle donne in gravidanza, in particolare dopo il sesto mese. Chi soffre di pubalgia se ne accorge facilmente proprio perché avverte un dolore acuto e insistente nella zona del pube o dell’interno coscia.

Pubalgia

Pubalgia

Come si è detto, la pubalgia è principalmente una tendinopatia (o tendinite), quindi un’ infiammazione del punto in cui un muscolo si attacca all’osso. I muscoli i cui tendini si infiammano, in questo caso, possono essere gli adduttori (70-80% dei casi), lo psoas, il retto dell’addome.

 

 

 

 

 

Per fare chiarezza è quindi importante sottolineare che non esiste un unico tipo di pubalgia, al contrario si parla oggi di diverse forme di patologia (seppur le manifestazioni restano simili) e nello specifico se ne riconoscono tre a seconda della zona interessata:

  • malattia degli adduttori/sindrome retto-adduttoria: è la forma più comune di pubalgia, caratterizzata da un’infiammazione della giunzione tra tendine e osso a carico dei muscoli adduttori e/o dei retti addominali e colpisce in prevalenza atleti maschi. Si manifesta con un dolore localizzato a livello inguinale con irradiazione alla regione adduttoria e a livello retto-pubico.
  • osteo-artropatia pubica/sindrome sinfisaria: caratterizzata da artrosi della sinfisi pubica (ossia una formazione fibro-cartilaginea interposta fra due emibacini) e può essere generata da condizioni di sovraccarico come conseguenza ad iper sollecitazioni croniche ripetute (in particolare in ambiente sportivo, lavorativo o per ragioni costituzionali e traumatiche). Si manifesta con dolore in sede pubica che si accentua durante il movimento (salire le scale, ma anche tosse, starnuti ecc.).
  • sindrome della guaina del retto femorale: è conseguente ad un trauma, precisamente allo stiramento del nervo perforante a causa di una lesione della fascia superficiale addominale.

Cosa fare se si avverte questo tipo di dolore che ci limita o impedisce i movimenti nella vita quotidiana? Sicuramente il primo passo è rivolgersi a un fisiatra per una visita specialistica, il quale farà una valutazione tramite osservazione clinica (sede, tipologia e modalità dell’esordio del dolore).

A seconda del caso, il medico potrà richiedere esami di approfondimento quali la radiografia del bacino, l’ecografia e, ove necessario, la risonanza magnetica.

Una volta diagnosticata la pubalgia, cosa si può fare per guarire? Il migliore approccio è trattare la patologia con decisione, fin dall’ inizio, per evitare una cronicizzazione. Lo scopo deve essere di eliminare le cause che sembrano responsabili della patologia, pertanto nel momento della fase acuta (solitamente dai 15 ai 20/25 giorni) occorre necessariamente un periodo di riposo durante il quale è utile l’applicazione del ghiaccio per 2/3 volte al giorno; superata la fase acuta di dolore, può venire in soccorso del paziente la fisioterapia, con sedute scelte a seconda dei casi fra: tecarterapia, Hilt terapia, laserterapia e terapia con onde d’urto, con lo scopo di ridurre l’infiammazione e facilitare la guarigione dei muscoli interessati; allo stesso tempo, poiché i problemi tendinei non traggono particolare beneficio dall’essere tenuti a riposo, è bene ricominciare a muovere le strutture appena possibile, per esempio attraverso: esercizi di stretching degli adduttori e dei muscoli più contratti, allungamento per la colonna vertebrale, esercizi per l’aumento della vascolarizzazione delle strutture così da ridurre i processi infiammatori,  esercizi di rinforzo per migliorare la tolleranza al carico del tendine interessato e infine esercizi di riequilibrio del bacino e di propriocezione.