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Rizoartrosi

Domanda:

Come è possibile attenuare i sintomi della rizoartrosi?

Risposta:

Oggi vogliamo trattare una patologia notevolmente diffusa (e molto fastidiosa) che colpisce soprattutto le persone di sesso femminile over 50 e che può spesso causare una significativa disabilità generale: ci stiamo riferendo alla cosiddetta rizoartrosi

Rizoartrosi

Il sintomo inequivocabile della suddetta patologia è un intenso dolore alla base del pollice, che spesso coinvolge entrambe le mani. Si può aggiungere in alcuni casi anche una riduzione della forza, rigidità dell’articolazione, gonfiore e, negli stadi avanzati, la cosiddetta deformità a Z del pollice. Trattandosi di una forma di artrosi, il dolore non compare mai all’improvviso, al contrario si sviluppa come un processo degenerativo, col dolore che inizia lievemente per poi aumentare gradualmente di giorno in giorno.

Per comprendere lo sviluppo di tale processo, sarà sufficiente scomporre e analizzare il termine rizoartrosi, che significa nient’altro che degenerazione artrosica dell’articolazione costituita dal trapezio e dal primo metacarpo. L’articolazione a cui ci si riferisce è quella trapezio-metacarpale (TM), situata alla radice della colonna osteo-articolare del pollice e composta da scafoide, trapezio, primo metacarpo, prima e seconda falange. Si tratta di un’articolazione che lavora con movimenti ripetuti e continui e in compressione: per questo motivo e per la sua struttura anatomica, la cartilagine presente al suo interno è estremamente soggetta a deterioramento. Per quel che concerne le cause di tale patologia, certamente lo stress ripetitivo sull’articolazione è da mettere al primo posto (ad es. molto frequente nei tennisti che per molte ore stringono la racchetta col pollice), così come alcuni eventi traumatici come fratture o lussazioni che possono causare lesioni alla cartilagine, oltre che un’eventuale componente genetica.

Nonostante possa sembrare ovvio, vale comunque la pena sottolineare la fondamentale importanza del pollice nei nostri movimenti quasi infiniti della quotidianità, in particolare nel movimento di opposizione con le altre dita (il cosiddetto pollice opponibile). Come conseguenza diretta di quest’ ultimo aspetto, è facile immaginare quanto possa essere limitante per un individuo una patologia di questo tipo.

Di grande rilevanza in questo senso, come per la maggior parte delle situazioni di artrosi, la prevenzione o quantomeno evitare che il processo arrivi a uno stadio grave prima di prendere provvedimenti. Una valutazione precoce da parte di un ortopedico della rizoartrosi, infatti, permette di evitare gravi disfunzioni e distruzioni articolari

A seconda dello stadio di avanzamento della patologia, si potrà procedere a una specifica riabilitazione, che comunque nella maggioranza dei casi non dovrebbe prevedere un trattamento chirurgico ma solo conservativo: tra le varie opzioni possibili, ci potrebbe essere quella di un tutore che immobilizza il pollice, indossabile dal paziente per un periodo che va dai 15 giorni fino a un mese. In aggiunta o alternativa a ciò, la fisioterapia rappresenta il più valido aiuto per ridurre il processo infiammatorio attraverso terapie quali la laserterapia, gli ultrasuoni, la tecarterapia o in alternativa l’ipertermia col suo calore che penetra nell’articolazione e anche il kinesio taping per ridurre l’edema nella zona. Infine, capitolo a parte per le infiltrazioni di cortisone: mentre in passato erano molto usate, secondo le nuove linee guida sono sconsigliate in quanto potrebbero accelerare il processo di erosione dell’articolazione stessa.