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Sindrome temporo-mandibolare

Domanda:

Ho difficoltà nell'aprire la bocca e soffro di fitte dolorose alla mandibola. Mi è stata suggerita la possibilità di soffrire della sindrome temporo-mandibolare, potreste far chiarezza sull'argomento?

Risposta:

Sebbene non sia molto comune sentir parlare della tematica che affronteremo in questo articolo, occorre sottolineare quanto l’articolazione temporo-mandibolare sia una struttura anatomica di fondamentale importanza nel corpo umano, e di come la sindrome di cui spesso è causa vada trattata con estrema cura e attenzione medica.

Dal punto di vista strutturale, l’articolazione temporo-mandibolare è molto complessa e anche estremamente sollecitata in quanto collega la mandibola all’osso temporale del cranio e permette l’apertura e la chiusura della bocca. Com’è facile immaginare, sono molto numerose le strutture che compongono questa parte del nostro corpo: legamenti, muscoli, capsula articolare e menisco cartilagineo. L’insieme di tutte queste parti permette di eseguire quei movimenti che vengono compiuti infinite volte al giorno da ciascuno di noi senza che nemmeno ce ne rendiamo conto.

Il grosso e doloroso problema nasce, purtroppo, quando subentra una patologia che interessa le suddette parti, ad esempio nel caso in cui le arcate non combacino perfettamente è facile che si creino degli squilibri nella muscolatura di questa articolazione. Si parla in questi casi di malocclusioni, ossia quando mascella e mandibola non sono allineate armonicamente tra di loro.

Il nostro organismo tende a compensare questi squilibri con un meccanismo automatico di difesa, innescando a cascata una serie di spostamenti dei fasci muscolari, che possono interessare anche altre regioni dello scheletro.

Sindrome temporo-mandibolare

Sindrome temporo-mandibolare

Non a caso, il paziente vittima della patologia in questione soffre generalmente di una serie di sintomi, quali: difficoltà ad aprire ampiamente la bocca; click mandibolari durante la masticazione e gli sbadigli; bruxismo, rigidità muscolari, fitte dolorose che coinvolgono spesso, oltre ai muscoli mandibolari, anche la testa (emicrania), i denti, il collo, il volto,  dolori alla colonna vertebrale, dolori cervicali o lombari, vertigini, e ancor più alle orecchie, tanto che di solito il primo specialista col quale si viene a contatto è un otorinolaringoiatra, visto che il paziente può pensare si tratti di un’otite.

La patologia appena descritta è nota come sindrome temporo-mandibolare (ATM) e, come si diceva prima, va trattata con un focus particolare proprio perché intacca due delle funzioni principali dell’essere umano: l’alimentazione e la parola. Al contrario, ciò che accade spesso è che il paziente sottovaluti tali disturbi e tenda a conviverci nonostante siano estremamente fastidiosi e dolorosi. È un atteggiamento certamente errato, soprattutto perché esistono vari professionisti in grado di risolvere il problema.

Dopo un’accurata diagnosi medica, infatti, professionisti quali il medico gnatologo (specialista che si occupa dell’equilibrio funzionale del cosiddetto apparato stomatognatico), assieme a un odontoiatra, al chirurgo maxillo-facciale e al fisioterapista, possono sicuramente fornire, in accordo col paziente, un programma di riabilitazione individuale ben strutturato.

Nel dettaglio, il fisioterapista esegue una serie di manovre non invasive per restituire alla mandibola il corretto movimento, per de-tendere i muscoli masticatori e quindi alleviare il dolore. Si va ad agire manualmente sia sulla muscolatura che sull’articolazione e si insegnano al paziente una serie di esercizi che permettono di migliorare il movimento di entrambe.

In generale, la riabilitazione può essere svolta attraverso tecniche di terapia manuale, rieducazione motoria funzionale ed esercizi da eseguire a casa, così da permettere al paziente di raggiungere in autonomia una consapevolezza del miglioramento raggiunto.