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Protesi dell’ anca – riabilitazione

Domanda:

Buonasera, mi è stata impiantata una protesi all'anca potreste darmi indicazioni a riguardo?

Risposta:

I dati statistici ci dicono chiaramente che sono sempre di più le persone che si sottopongono a un intervento chirurgico per l’impianto di protesi articolare. Nella maggior parte dei casi, gli interventi vanno a sostituire l’articolazione coxofemorale, ossia quella che collega il bacino e la coscia e che nel linguaggio comune è da tutti conosciuta come anca.

Le cause principali che portano a un intervento di protesi all’anca sono la coxartrosi e la frattura del femore (causa traumatica).

Protesi anca - riabilitazione

Protesi anca – riabilitazione

Nel primo caso, si tratta di una patologia di natura degenerativa, più frequente nelle donne, che affligge le superfici articolari causando la degenerazione delle cartilagini; quando l’artrosi colpisce l’articolazione coxofemorale prende appunto il nome di coxartrosi ed è particolarmente fastidiosa e invalidante per via dell’importante funzione dell’anca nelle nostre attività quotidiane. Una soluzione definitiva al degenerare di questa patologia è la sostituzione dell’articolazione che ne è affetta con una protesi anatomica composta da diversi materiali come titanio, ceramica e materiali plastici. Si tratta di un intervento che costituisce uno standard di trattamento ormai da quasi mezzo secolo, con altissime percentuali di successo e di soddisfazione del paziente, a patto però che quest’ultimo si renda conto di avere un ruolo attivo nel percorso di riabilitazione e che il suo contributo all’esito del trattamento chirurgico è fondamentale tanto quanto quello dell’equipe medica. È stato infatti dimostrato quanto sia importante seguire pedissequamente le indicazioni in merito agli esercizi e ai comportamenti da tenere durante la riabilitazione di protesi dell’anca, unico modo per massimizzare il risultato e accelerare il recupero fisico.

Fisioterapia pre e post-intervento

A seguito dell’intervento chirurgico, la fisioterapia diventa fondamentale prima di tutto per recuperare dal periodo di immobilità relativa che segue l’operazione, dato che il paziente è costretto all’utilizzo temporaneo delle stampelle e ciò comporta l’inutilizzo di diversi muscoli dell’arto inferiore, muscoli che vanno mantenuti attivi e rinforzati. In secondo luogo, occorre assolutamente evitare che il corpo del paziente reagisca all’impianto “estraneo” irrigidendosi e creando aderenze. Oltre a ciò, va sottolineato come molto spesso il paziente che ricorre a un intervento chirurgico provenga già da un lungo periodo di limitazione delle attività a causa di dolore acuto e rigidità dell’anca stessa: ecco perciò che il paziente dovrà, in un certo senso, “reimparare” a usare la propria gamba a un livello di attività a cui non era più abituato, riattivando e rinforzando muscoli atrofizzati e imparando a gestire il “nuovo” arto. Gli obiettivi del trattamento riabilitativo sono la riduzione del dolore e il ritorno alle attività di vita quotidiana.

Facendo un passo indietro a prima dell’intervento, occorre sottolineare che, ove possibile, sarebbe molto utile iniziare a eseguire alcuni degli esercizi del programma di riabilitazione anche nei mesi immediatamente precedenti compatibilmente con la condizione di dolore. Un percorso riabilitativo pre-operatorio permette, infatti, di: recuperare certe capacità muscolari per poi riuscire a recuperare in minore tempo e funzionalmente meglio dopo l’intervento; eliminare le contratture e le rigidità; correggere e recuperare un corretto schema del passo che col tempo è andato perduto perché si sono messi in atto meccanismi di compensazione per non sentire dolore.