Domanda:
Come si può trattare l'ischialgia/sciatalgia?
Risposta:
Iniziamo l’articolo di oggi parlando del più grande nervo presente nel corpo umano, che parte (come tutti i nervi) dal midollo spinale uscendo dalla colonna lombare, al livello delle ultime due vertebre lombari e delle prime sacrali: si sta parlando, se qualcuno fosse ancora dubbioso, dello stra-noto nervo sciatico. È un nervo che esce da entrambi i lati della spina dorsale inferiore, motivo per cui noi tutti abbiamo due nervi, destro e sinistro, passando poi nel lato posteriore delle cosce per giungere fino ai piedi. La sua funzione di collegamento fra midollo spinale e arti inferiori è vitale ed è possibile immaginarlo come una sorta di filo che fornisce la corrente agli arti inferiori: la corrente in questione non è altro che l’impulso motorio inviato ai diversi muscoli delle gambe e dei piedi, garantendo allo stesso tempo grazie alle sue innumerevoli ramificazioni l’insieme delle sensazioni tattili, incluso il dolore.
Il fatto che il nervo sciatico sia molto lungo (può arrivare a 1 metro) e che il “tragitto” che compie è certamente non breve e tortuoso, determina purtroppo un aumento delle probabilità che questo possa trovarsi schiacciato o compresso: quando ciò avviene (di solito nelle persone di ambo i sessi tra i 25 e i 60 anni di età) si parla di sciatalgia o ischialgia, ossia di un’infiammazione di tale nervo o delle sue radici e il dolore che si prova è di quelli da non augurare nemmeno al nostro peggior nemico! Il dolore non è poi l’unico sintomo, spesso si aggiunge formicolio o intorpidimento, alterazione di sensibilità della gamba (parestesia) e debolezza muscolare dell’arto inferiore.
Ma quali sono le ragioni che inducono moltissime persone – le statistiche dicono che almeno una volta nella vita ne ha sofferto l’80% delle persone al di sopra dei 30 anni – a provare questa dolorosa condizione?
Le cause sono molteplici e a volte concomitanti: una discopatia (alterazione del disco intervertebrale); un’ernia del disco, con la pressione che il disco impone sulla radice del nervo; l’invecchiamento delle vertebre che porta alla cosiddetta spondilartrosi; lo scivolamento di una vertebra sull’altra, noto col termine di listesi vertebrale; la sindrome del piliforme, relativa alla compressione che questo muscolo esercita sul nervo sciatico. Possono poi influire le cadute, la cattiva postura oppure i traumi diretti sulla zona lombare.
Per fortuna, la persona che si trova a provare questa dolorosa condizione, potrà ricorrere al valido aiuto della fisioterapia. Se l’infiammazione è in una fase acuta, il medico probabilmente prescriverà una terapia farmacologica assieme a un periodo di riposo totale. Dopodiché, sarà il turno della fisioterapia che dovrà porsi come obiettivo di ridurre il dolore attraverso tecniche manuali o terapie fisiche e di ridare al paziente la libertà di movimento senza dolore.
La persona sarà seguita inizialmente nello svolgimento di esercizi attivi e passivi di scivolamento, trazione laterale ed estensione per la mobilizzazione del nervo sciatico; in seguito si potrà valutare l’utilità di terapie quali magnetoterapia, laserterapia, tecar, ultrasuoni, ionoforesi a seconda dei casi e da non sottovalutare nemmeno la possibilità di massaggi decontratturanti per sciogliere la muscolatura e ritornare ad avere muscoli rilassati ed elastici.
Nella maggior parte dei casi, l’insieme di queste pratiche porta a una risoluzione definitiva del problema, mentre una eventuale soluzione chirurgica è da ritenersi piuttosto remota, solo per i gravi casi in cui la compressione nervosa potrebbe portare conseguenze negative sulla gamba e sulla salute del nervo stesso.