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Mobilizzazione articolare

Domanda:

La mobilizzazione articolare può migliorare la qualità del movimento?

Risposta:

Oggi si vuole trattare un tema molto importante che riguarda la salute di noi tutti ed in particolare di chi soffre o ha sofferto in passato di vari problemi, quali: problemi posturali, immobilità forzata, cicatrici o aderenze, problemi di elasticità muscolare, disturbi della funzionalità circolatoria e più in generale tutte quelle circostanze in cui si è sofferto di limitazioni di movimento, per esempio a seguito di eventi traumatici, lesioni, interventi chirurgici, patologie croniche degenerative.

Mobilizzazione articolare

Mobilizzazione articolare

Ebbene, chiunque si trovi in una di queste situazioni, per quanto spiacevoli e dolorose, è bene che sappia di poter contare su un validissimo aiuto nel campo della fisioterapia, la cosiddetta mobilizzazione articolare, che nella grande maggioranza dei casi riesce a far sparire il dolore e il problema. Si tratta di un tipo di terapia esercitata manualmente dal fisioterapista e che consiste nel mobilizzare una o più articolazioni del paziente, consentendogli di ampliare gradualmente sempre più gli angoli di movimento delle stesse, fino ad arrivare al ritorno ad un movimento completo, a fine di un percorso che ha l’obiettivo di conservare libero il movimento articolare fisiologico nei diversi piani dello spazio.

Le tecniche oggi applicabili sono di tre tipi: mobilizzazione attiva, significa che è il paziente a svolgerla in prima persona, liberamente oppure con l’eventuale applicazione di una resistenza (pesi, elastici ecc.); attiva assistita, quando il paziente lavora insieme al fisioterapista; passiva, se è il fisioterapista oppure un macchinario specifico ad eseguire le manovre sul paziente, facendogli muovere l’articolazione in tutte le direzioni possibili senza che ci sia contrazione muscolare (tecnica di durata media di 10-20’ e usata di norma nella fase iniziale a seguito di traumi, gravi infiammazioni o interventi). A seconda delle condizioni di partenza del paziente, la mobilizzazione potrebbe provocare qualche sentore di fastidio, ma difficilmente si arriva a percepire un dolore acuto. È comunque sempre opportuno eseguire movimenti lenti anziché rapidi, in quanto nella articolazioni un po’ dolorose il muscolo del paziente è meno rilassato. Un vantaggio notevole è che per tale tipo di terapia non ci sono controindicazioni, al contrario i benefici che porta sono davvero numerosissimi.

La mobilizzazione, infatti, stimola la secrezione del liquido sinoviale che è quel lubrificante che si trova all’interno dell’articolazione e che ci permette di eseguire quotidianamente i movimenti in modo fluido e non doloroso. Oltre a ciò, la muscolatura del paziente, contratta come meccanismo di difesa in presenza di dolore/infiammazione, si rilassa, ed i tessuti molli si allungano con conseguente aumento della circolazione sanguigna. In tal modo, la qualità del movimento migliora progressivamente, il dolore diminuisce, la funzione articolare si riattiva e le contratture muscolari si risolvono definitivamente.