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Protesi all’anca e riabilitazione

Domanda:

in cosa consiste la protesi all'anca? Ci sono limitazioni del movimento dopo l’operazione?

Risposta:

Protesi all’anca: in cosa consiste? Ci sono limitazioni del movimento dopo l’operazione?

Protesi all'anca e riabilitazione

Protesi all’anca e riabilitazione

L’intervento di protesi d’anca cambia nettamente la qualità di vita per molti pazienti afflitti da gravi patologie articolari. Questa procedura chirurgica, che può essere parziale o totale a seconda del grado di deterioramento dell’articolazione, si avvale oggi di tecniche e materiali all’avanguardia. La riabilitazione però è fondamentale: ma comporta delle limitazioni? Facciamo chiarezza.

Per risolvere i problemi legati alla mobilità dell’anca oggi possiamo contare su tecniche chirurgiche minimamente invasive, che permettono ai pazienti di tornare in piedi e muoversi autonomamente in tempi sorprendentemente brevi, riducendo notevolmente il disagio e accelerando il ritorno alla normalità.

La riabilitazione, altrettanto cruciale quanto l’intervento stesso, si concentra sul ripristino della mobilità e sulla prevenzione delle complicazioni, con i pazienti che, guidati da specifici programmi di fisioterapia, possono abbandonare le stampelle in poche settimane.

La protesi d’anca diventa necessaria per coloro che soffrono di gravi dolori e difficoltà nella deambulazione, spesso a causa di una coxartrosi avanzata.

2. L’importanza della riabilitazione

La fase di riabilitazione post-intervento chirurgico è fondamentale per il recupero funzionale e la prevenzione delle complicanze. Dopo un intervento, specialmente se ortopedico, i pazienti sono incoraggiati a iniziare a camminare quanto prima, spesso con l’aiuto di stampelle. Questo aiuta a migliorare la mobilità e la forza dell’articolazione interessata, ma anche a prevenire problemi come la trombosi venosa profonda (una condizione che può manifestarsi a seguito di periodi prolungati di immobilità).

Le stampelle sono utilizzate per un periodo che varia da 4 a 6 settimane. Durante questo lasso di tempo, è essenziale seguire un programma di fisioterapia mirato. Questo programma è progettato per rafforzare l’articolazione operata, migliorare l’equilibrio e la coordinazione, ridurre il dolore e incrementare la gamma di movimento. La fisioterapia può includere esercizi specifici, manipolazioni, e l’uso di macchinari come la cyclette o il tapis roulant, a seconda della progressione del paziente e del tipo di intervento subìto.

In genere, i pazienti vengano dimessi entro 3-5 giorni dall’operazione. La rapida dimissione è resa possibile anche dal supporto fornito per continuare la riabilitazione. Il successo di quest’ultima però dipende fortemente dall’impegno del paziente nel seguire il programma di fisioterapia. Questo impegno include la partecipazione a sedute regolari di terapia, l’esecuzione di esercizi a casa e la comunicazione continua con i terapisti per monitorare i progressi e regolare il trattamento se necessario.

3. Recupero della mobilità

Il recupero completo da un intervento di protesi d’anca può variare, ma generalmente il periodo di riabilitazione completo dura da 3 a 5 settimane. I pazienti possono necessitare l’uso di un bastone da passeggio per 2-4 settimane durante la fase iniziale della riabilitazione.

Seguendo diligentemente gli esercizi e le indicazioni mediche, molti sono in grado di guidare e ritornare al lavoro entro 4-6 settimane. Il periodo per sentirsi completamente recuperati può estendersi fino a 3-4 mesi. L’obiettivo di una protesi d’anca non è limitare le attività quotidiane del paziente, ma piuttosto restituire la mobilità persa a causa della coxartrosi.

I pazienti possono aspettarsi di riprendere la maggior parte delle attività senza restrizioni significative, inclusa la capacità di accavallare le gambe, che spesso è vista come una prova concreta del completo recupero dell’articolazione.